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#Flop2023 Scusaci 'Celebrity', non te lo meritavi perché sei un bel drama

#Flop2023 Scusaci ‘Celebrity’, non te lo meritavi perché sei un bel drama

| On 10, Nov 2023

Un tuffo nei peggiori flop tra i K-drama del 2023, quei prodotti che sono stati abbandonati dal 30 % degli spettatori dopo i primi episodi e, spesso e volentieri, dal 50% entro la fine del progetto.

Perché così tanti lo hanno abbandonato senza arrivare al finale? Perchè tanti non lo hanno proprio iniziato? Fa davvero così schifo? Molto spesso la risposta è sì, ma entriamo nel dettaglio.

Vale la pena vedere ‘Celebrity’?
Leggete anche gli altri commenti sui peggiori flop di K-drama 2023 cercando #Flop2023 sul sito!

Celebrity’ non ha conquistato la Corea del Sud, né Netflix (è partito più o meno secondo in vari paesi ma è uscito dalle classifiche abbastanza velocemente), né i Social Network, fallendo nell’arrivare al grande pubblico, a creare buzz online o almeno a generare qualche articolo da qualche parte mentre andava in onda (nonostante i TANTISSIMI cameo di attori famosi coreani). Si parla poco di ‘Celebrity’, purtroppo, e questo lo rende un flop del 2023. Ovviamente, a differenza di una normale emittente TV, non abbiamo rating e a certezza del flop non ve la possiamo dare, ma se confrontiamo ad altri K-drama su netflix, ‘Celebrity’ non è andato benissimo, ecco.

E’ meritato questo flop? Il drama, con i suoi 12 episodi disponibili su Netflix, si meritava di più? Proviamo a scoprirlo insieme.

Il drama parte dalla fine e ci immerge nel mondo scintillante, ostile, glamour e competitivo delle influencer (coreane). Quello che sembra una iniziale esaltazione del potere degli influencer e della risposta (spesso di odio ingiustificato) del pubblico, si trasforma in un gioco di potere e vendetta.

Come un qualsiasi melodramma coreano si presenta subito, con un’alternanza di presente e passato, la situazione: un gruppo di influencer, in perenne lotta tra di loro, sconvolte dalla live di una collega, A-ri, che aveva fatto parte della loro combriccola. Una live, da chissà quale scantinato, in cui A-ri promette di rivelare la verità su quelle ex “amiche-influencer”. Peccato che quella A-ri sia ufficialmente morta.

Con una struttura particolare e un cliffhanger non indifferente, ci si immerge fin dalla prima puntata in un thiller dai colori sgargianti, luci brillanti e volti perfetti di donne pronte a strapparti il cuore dal petto per raggiungere i loro scopi. Ci sta. Primo impatto grandioso, lo ammetto.

‘Celebrity’ richiamo grandi successi americani nella sua impostazione, sa un po’ di ‘Pretty Little Liars’, nella mota che svela segreti, ma anche di ‘Gossip Girl’, nelle rivelazioni dietro le quinte di un mondo malsano e invidioso, ma anche di ‘La grande scommessa’, con la voce narrante di A-ri che racconta tutto il mondo del business degli influencer con superiorità e rabbia.

Piccole cose bellissime:
La struttura gioca tra presente e passato, con tantissimi flashback e una struttura complessa che crea un ottimo intreccio narrativo, mentre vuoi sapere di più, capire cosa è successo, scoprire come sia possibile. Riconosci subito il passato da presente per il formato del video: il passato ha il formato 16:9 (bande nere sopra e sotto), il presente è un 4:3 (più vicino al quadrato che al rettangolo). La storia va avanti tra relazioni complessi, personaggi che devi capire e problemi che si sommano, creando un universo in cui sei immerso e che divori, puntata dopo puntata.

Sì, ‘Celebrity’ è fatto bene.
Non è un capolavoro, non è approfondito, ma intrattiene.

Fino alla fine reggono gli intrecci, le storie, i colpi di scena e molto spesso arrivi a dubitare di qualcuno (personalmente ritenevo cattivi 2 personaggi che invece si sono rivelati o insulsi o buoni, mentre non ho sgamato proprio i ”traditori” di A-ri) in un thriller che coinvolge fino all’ultimo episodio.

Forse ecco l’ultimo episodio, essendo conclusivo ed esplicativo, con l’ultimo nodo da sciogliere, un po’ sottotono rispetto agli altri 11, ma lo capisco e lo accetto comunque.

So che questo può essere la discriminante per molti, ma l’amore ci sta in questo drama: c’è una storia romantica tra la protagonista e lo gnocco di turno, ma non è il centro della narrazione, anzi è qualcosa di contorno che, però, ha un certo peso.

Non entrerò nel dettaglio, per evitare spoiler, ma davvero non capisco perché la gente dice che non c’è storia d’amore in questo drama LOL
C’è, dall’incontro/scontro, all’innamoramento, all’allontamento, alla riunione ecc, in ogni sua fase e anche con una buona chimica. E’ secondario ma mi è piaciuto com’è stato gestito perché lui è un supporter per lei, in diversi aspetti ma con le sue criticità e background, che torna a farsi sentire prepotente.

Cosa affronta il drama?
Il topic sono le personalità di internet, gli influencer con il costo del successo, il tutto reso melodrammatico in perfetto stile coreano: perché se non c’è un gruppo di donne ricche che fanno casino in un melodramma/dramma/thiller coreano, non stai vedendo un prodotto coreano. La questione ricchi/ricche e stronzi/stronze è un problema esagerato in Corea del Sud in quanto paese con un grandissimo divario economico e disuguaglianze sociali (ne abbiamo parlato nel punto 3 QUI) e con molti casi di Gapjil (nome coreano che indica uno specifico caso di bullismo/abuso: gente ricca che con rabbia, arroganza e atteggiamento autoritario maltratta e abusa di persone che considera inferiori -dipendenti propri o dei negozi che frequenta- Ne parliamo indirettamente QUI).

Punti su… qualcosa:
L’approccio al prodotto è melodrammatico, a tratti si ispira ai prodotti makjang, soprattutto nelle dinamiche tra donne: si urla, si lanciano cose, si fanno scenate, ma questo si sa è lo stampo di quasi tutti questi prodotti coreani. Quindi se non vi piacciono i tipici drammoni coreani o serie tv coreani in cui si tende al makjang e a reazioni esagerate, questo prodotto non fa per voi perché una influencer su cinque ha una crisi nervosa in ogni episodio, spesso anche più di una HAHAHAHAH.

In ‘Celebrity’ non troverete gli insegnamenti della vita, le spiegazioni dei social e del loro funzionamento, una critica al capitalismo o al classismo, ma un lieve attacco con un punto di vista ovvio che non va oltre a un grado blando di riflessione. Gli influencer sono caricaturali, il modo in cui A Ri diventa famosa (in modo così rapido e senza un vero motivo – visto che si veste come tutti gli altri-) non regge manco per il cacchio, senza dimenticare una base leggermente classista (i poveri arricchiti sono TUTTI cattivi qui, mentre i veri ricchi – gli odl money, sono eleganti e buoni, fateci caso): si poteva fare di meglio ma ci accontentiamo di questa superficialità, suvvia.

La posizione dello sceneggiatore in merito ai social è ‘non prende alcuna posizione’ ed è ben evidente, perché i social media possono diventare una storia dell’orrore se non si pongono dei limiti, ma può avere anche dei vantaggi o portati al burrone. Il mondo può essere condiscendente e connivente, senza regole fisse, ma noi scegliamo, e il nostro percorso è il risultato delle nostre scelte, giuste o sbagliate.

Da provare su.

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