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2 commenti

#Flop2023 'Joseon Attorney: A Morality', storia di vendetta che... no, assolutamente no

#Flop2023 ‘Joseon Attorney: A Morality’, storia di vendetta che… no, assolutamente no

| On 20, Nov 2023

Un tuffo nei peggiori flop tra i K-drama del 2023, quei prodotti che sono stati abbandonati dal 30 % degli spettatori dopo i primi episodi e, spesso e volentieri, dal 50% entro la fine del progetto.

Perché così tanti lo hanno abbandonato senza arrivare al finale? Perchè tanti non lo hanno proprio iniziato? Fa davvero così schifo? Molto spesso la risposta è sì, ma entriamo nel dettaglio.

Vale la pena vedere ‘Joseon Attorney: A Morality’?
Leggete anche gli altri commenti sui peggiori flop di K-drama 2023 cercando #Flop2023 sul sito!

‘Joseon Attorney: A Morality’ o ‘L’avvocato di Joseon: una morale’ è su Viki ma non è iniziato col botto: nonostante sia una serie basata su un webtoon, è partito con un basso 2.8% di ascolti, anche se ci si aspettava un diverso interesse. Si è assestato su quello stesso numero per tutte le 16 puntate a livello nazione, con un solo picco all’ottava puntata del 4.4%.

Quindi… com’è?

C’è grande attenzione nelle riprese e nel montaggio, volto a creare sentimento di ansia e mistero, tessendo le trame di un prodotto thriller basato sul desiderio di vendetta. Visivamente ‘Joseon Attorney: A Morality’ è piacevole.

Mi piacciono i colori scelti, mi piacciono le inquadrature, mi piacciono le location selezionate. Visivamente mi piace proprio tanto.

Eppure… eppure… non sono riuscita ad affezionarmi a questo prodotto.

Il drama è serio nella narrazione degli eventi: anche se ha personaggi che si comportano in modo assurdo, cita molte pratiche storicamente vere (i sette peccati in una matrimoni), propone cose realmente esistite (dolci tipici dell’epoca, abbigliamento tipico dell’epoca, figure amministrative e governative), quindi ha un approccio che sembra voler essere storicamente accurato.

Il mio problema (uno dei tanti, ma poi ne parliamo) è non credere a quello che vedevo.
Ogni prodotto deve creare un patto con lo spettatore, con cose che accetti anche se strampalate, fantasy, assurde, inventate ecc. Con questo prodotto io non facevo che domandarmi: ma davvero è possibile una cosa del genere nell’era Joseon (1392 – 1897)?

Attenzione, alla fine il drama ci dice l’anno: 1485, Re Seongjong. Quindi nemmeno fino 1800, ma fine, siamo nel Rinascimento in Europa e non è stata ancora scoperta l’America.

Ecco alcuni dei dubbi storici che mi sono venuti, anticipati dal quel gnocco ignudo di Woo Do-Hwan, per addolcire l’amora pillola.

Ma… facevano delle cause con avvocati e un sistema così… moderno nel passato in Corea del Sud, nell’era Joseon?

Io non sono un’esperta ma, come accennato anche nel drama, il sistema legale coreano era basato, quasi interamente, sui principi del confucianesimo, che enfatizzava l’importanza dei principi morali, della gerarchia, del potere del re e dell’ordine sociale. Il confucianesimo gioca ancora oggi un ruolo nella società coreana e nel sistema legale.

Il primo codice vero è proprio c’è stato con la Dinastia Goryeo (918-1392), ma durante l’era Joseon abbiamo l’evoluzione con l’introduzione delll’Ufficio dell’Ispettore Generale (Munhwapan) e il Segretariato Reale (Seungjeongwon), oltre che la pubblicazione del “Grande Codice per l’amministrazione statale” nel 1395, che rimase in vigore, in gran parte, fino alla fine della dinastia Joseon. Durante questa lunga era, abbiamo avuto diverse modifiche, ma ripetiamo che il drama è ambientato nel 1485 circa.

Il codice di riferimento era basato sul confucianesimo e includeva regole, regolamenti dettagliati per la condotta nella vita dei cittadini, responsabilità e regole dettagliate che regolavano il matrimonio, la famiglia, i rapporti tra cittadini e le transazioni commerciali. Le violazioni portavano alle punizioni, tra cui morte, reclusione, fustigazione, amputazioni e multe.

Non si capisce molto come funzionasse un processo nell’antica Joseon, ma da definizione lo stato Joseon autorizzava i soggetti, indipendentemente dal sesso o dallo status, a presentare petizioni al sovrano riguardo alle lamentele non risolte nei tribunali di grado inferiore. Quindi non credo vi fossero avvocati a rappresentare qualcun altro o, anche se fosse, stento a immaginarmi una situazione così moderna come quella presentata nel drama.

Correggetemi se sbaglio. Sono sempre desiderosa di imparare cose nuove.
Questo sarà il mantra di questo commento al drama. Sappiatelo.

Ma… in Corea del Sud si conosceva il diabete, con questo nome, già ai tempi Joseon?

Molto probabilmente Sejong il Grande (1400 circa), colui che ha inventato l’alfabeto Hanguel, aveva il diabete, lo capiamo oggi dai resoconti dei suoi medici del tempo e sappiamo che avevano proposto per lui una dieta accurata (con dolci a base di gallette di riso, ad esempio), però non mi pare che l’avessero già definito ‘diabete’.

Ammetto la mia ignoranza e forse parto di preconcetti se consideriamo che in Occidente la parola diabete è stata utilizzata fin dal 150 d.C. Però sapendo che l’Asia è rimasta isolata a lungo, ho dei dubbi (i primi europei in Corea sono arrivata a Jeju nel 1656 ma sono stati subito imprigionati per 13 anni e solo uno è riuscito a scappare, diciamo non un posto semplice per noi. Nonostante Cina e Giappone si siano aperti agli europei dal XVII secolo, in Corea si inizia ad accettare il diverso dal XVIII secolo, quindi dal 1700, ma soprattutto dal punto di vista artistico. Il drama, però, è sempre ambientato nel 1485.)

Correggetemi se sbaglio. Sono sempre desiderosa di imparare cose nuove.

Ma… nell’era Joseon era conosciuta e nota la pratica del divorzio?

E’ noto che in Europa, pratiche di annullamento si sono spesso fatte e il concetto stesso di divorzio è stato introdotto da quel birbantello di Enrico VIII, re d’Inghilterra, ma in questo drama parlano di divorzio con facilità, come se fosse pratica nota. ‘Se divorzio tutti punteranno il dito contro di me’, ‘Se divorzio io avrò problemi’ ecc, sono frasi dette nel drama che fanno intendere che divorziare non sia una cosa così assurda o impossibile, ma sono brutte le conseguenze per le donne. Quindi era uso e costume divorziare nell’era Joseon in un posto dove i principi del confucianesimo hanno creato una società molto patriarcale, con gerarchie rigide in cui le donne avevano pochissimo valore?

Ovviamente, dopo i miei dubbi di cui sopra, ho cercato informazioni da fonti storiche ed effettivamente dei divorzi c’erano nell’era Joseon, con gran rarità MA, come nel caso europeo, era unilaterale. Le donne dovevano obbedire ai mariti e ai suoceri e non avevano il diritto di chiedere il divorzio. Gli uomini potevano divorziare dalle mogli in base al chilgeojiak, i “sette peccati” (che vengono citati nel drama): disobbedienza verso i suoceri, incapacità di avere un figlio, adulterio , gelosia, ”DNA” povero, loquacità e collezionismo di monete. Ci si aspettava che le donne fossero fedeli ai loro mariti oltre la morte, quindi alle vedove non era permesso risposarsi nell’ultima parte della dinastia. Quindi una donna non poteva chiedere il divorzio. MAI.

Mi fa piacere scoprire qualcosa di nuovo, ma noto che le mie perplessità erano corrette: due puntate di questo drama sono basate su una stronzata.

Ma… come principessa, parte della famiglia reale, era così facile uscire e vivere in incognito?

Succede alla prima puntata, quindi 0 spoiler, ma è davvero così facile per la principessa fingere di essere una popolana e lavorare quasi tutto il tempo in una taverna, in incognito? Come può nessuno saperlo? Come può nessuno vederla? Come può nessuno fare la spia o cercare di incastrarla? Come può nessuno notare la sua assenza?

E’ facile pensare che, essendo parte della famiglia reale, vi sia un controllo e anche se donna, gli occhi erano sicuramente puntati su di lei (per proteggere la sua virtù, garantire la virginità e poi rivenderla in un matrimonio politico – non fingiamo di non sapere come funzionavano le cose fino al secolo scorso, questo in ogni parte del mondo purtroppo).

Spoiler: scopriamo il second lead la sgama dopo 4,5 secondi. MA GRAZIE AL CAZZO.

Come posso accollarmi tutta la libertà di cui lei gode?

Di nuovo: correggetemi se sbaglio. Sono sempre desiderosa di imparare cose nuove.

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Un post condiviso da Woo Do Hwan (@thehwanderland)

Cioè, una licenza per aprire un negozio di prodotti cosmetici, ma davvero?

Dato che questa cortigiana fa cosmetici, le danno una licenza per aprire il suo negozio. Ci sta fare cosmetici, il trucco esiste da sempre in ogni parte del mondo… ma una licenza, per un negozio, a una donna… A UNA DONNA che, per di più, fa la cortigiana?

Capite che l’ho approcciato proprio male.

Due delle domande di cui sopra, me le sono poste nella primissima puntata, quindi è il punto di partenza che è stato profondamente errato per me e che, in conseguenza, mi ha ”rovinato” tutta la visione.

Tra me e il drama non si è creato quel livello di fiducia che mi fa credere a quello che vedo. Ma il problema forse sono io, non lui.

Oltre a questa mancanza di fiducia e connessione, non mi è proprio piaciuto come narravano gli eventi, come si evolvevano le cose e l’ho trovato noioso e confuso in quasi ogni puntata. I personaggi sono poco approfonditi e si limitano a spostarsi da A a B, senza che nessuno vada mai a fondo.

Perché agiscono? Cosa li muove? Tutto è ridotto ai minimi termini (avarizia, potere, vendetta, giustizia, amore), nulla di davvero sentito o profondo. Anche questi concetti assoluti condivisibili, risultano così superficiali da essere non credibili e far sembrare che i personaggi si muovono e fanno determinate così perché così sta scritto su un foglio.

Il livello di stagnazione della trama esplode dall’episodio 10 quando sopportare la visione è diventato davvero difficile. Ho sofferto come un cane sapendo che stavo solo perdendo tempo con una merda di drama. AH che sofferenza.

‘Joseon Attorney: A Morality’, nonostante il sorriso luminoso di Woo Do-hwan e i suoi addominali scolpiti dove puoi lavare i vestiti, oltre a quello gnocco esagerato di N, è una palla incredibile che non consiglierei nemmeno al mio peggior nemico.

Sinceramente, non credo in questo caso di essere ‘solo io’: a parte il flop in patria negli ascolti, nei vari commenti su Mydramalist, il 65% ha dato un assurdo 7/8 come voto scrivendo espressamente già nel titolo che l’hanno guardato solo per quello gnocco di Woo Do-hwan. Che è un ottimo motivo, senza alcun dubbio, ma che vi fa capire che quei voti sono SOLO PERCHE’ WOO DO-HWAN E’ BELLO COME IL SOLE CACCHIO, E’ UNO SPLENDORE CHE ILLUMINA LA VITA e che il drama è una mezza monnezza.

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Comments

  1. Laura

    L’hai approcciato proprio male XD! Ogni evento che può sembrare anacronistico è sufficientemente spiegato durante lo svolgimento del drama; tranne il diabete che, pur essendo malattia conosciuta da millenni in tutte le medicine orientali, non poteva davvero essere chiamata così visto che “diabete” è un termine medico di etimologia greco/latina; credo quindi che sia stato usato per semplificare/velocizzare la traduzione. Probabilmente il nome corretto potrebbe essere “malattia dell’urina dolce” o qualcosa del genere…
    Lo trovo molto piacevole, sopra le righe, alternativo e anticonformista, sicuramente fuori dai soliti cliché

    • sì, te lo confermo. Sono partita sbagliato, ho continuato prevenuta e non me lo sono proprio goduto. Sono la prima a cui spiace tanto perchè, ripeto, visivamente è tanta roba e anche Woo Do-hwan è, beh, TANTA roba ahahhahahahahahah

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