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'Love to Hate You' tra femminismo da quattro soldi e protagonisti divini: da vedere o no?

‘Love to Hate You’ tra femminismo da quattro soldi e protagonisti divini: da vedere o no?

| On 03, Apr 2023

‘Love to Hate You’ è una commedia romantica coreana su Netflix capace di divertire mentre cerca, a modo suo, di sovvertire tabù sessuali, preconcetti sulle donne e una serie di doppi standard ancora duri a morire… il tutto con quello gnocco di Teo Yoo.

Voto dal cuore: 10+
Voto della realizzazione: confusione

Infatti le premesse potevano essere interessante, alla fine riesce anche ad intrattenere e 10 episodi volano via veloci, ma ci sono tanti problemi proprio nella struttura, nella premessa, nella caratterizzazione dei personaggi.

UFFA.
Mi piacerebbe parlare solo bene di questo drama in cui ho amato gli attori, ho amato vedere protagonisti più adulti e un approccio più maturo, ma che non può essere giudicato se non come una commedia romantichella che sì diverte, che sì intrattiene ma che deve essere giudicata con estrema leggerezza e che non rimane affatto.

Avete del tempo e volete divertirvi senza pretese (capaci di superare certi problemi oggettivi)? Allora ‘Love to Hate You’ può essere molto carino e intrattenente.

Teo Yoo bono da morire.
Kim Ji‑hoon da abbracciare e tenere stretto stretto.
Kim Ok‑bin GNOCCA ESAGERATA.
E basta,
Resta questo.

Ma andiamo nel dettaglio, senza spoiler, come sempre!

Di cosa parla questo drama?
Yeo Mi-Ran (Kim Ok-Vin) è un avvocato alle prime armi presso lo studio legale Gilmu, che lavora principalmente con l’industria dell’intrattenimento. Non è interessata ad avere una relazione romantica e odia gli uomini che maltrattano le donne (ha una scarsa considerazione del genere maschile).

Nam Gang-Ho (Yoo Teo) è uno dei migliori attori di commedie romantiche. È l’attore più popolare in Corea del Sud grazie al suo bell’aspetto, intelligenza e gentilezza. In realtà non si fida delle donne, non riesce nemmeno a toccarle e ha una scarsa opinione di tutto il genere femminile.

Yeo Mi-Ran e Nam Gang-Ho, che entrambi non credono nell’amore, iniziano una battaglia senza esclusione di colpi.

Piccole cose affrontate bene ma anche male ma anche molto male:
Voglio partire da tutti i tasti dolenti, perché l’ho già detto che il drama è una commedia romantichella carina che parte dal solito cliché dell’odio-amore e che ha dei protagonisti bravi e affascinanti.
Carino, tutto bellino, ma andiamo alla merda.

I problemi ci sono, però, e bisogna parlarne.
Sebbene tenti di aprire una conversazione significativa sulla misoginia, di fatto è una commedia romantica che, quando parla di sessismo e femminismo, traballa parecchio.

Indirettamente si parla di disparità sul lavoro nel divario retributivo di genere in Corea, ma anche della cultura del posto di lavoro, ma anche di solidarietà femminile in modo concreto (come quando, nel mezzo di un divorzio, è Lei colei che viene distrutta dal pubblico e dal marito), in questi momenti (meno retorici) riesce a essere un ritratto accurato e toccante di alcune delle sfide che le donne coreane nella forza lavoro devono affrontare.

Quando vuole insegnare le cose o essere progressista fa cagare, invece.

Quindi dove cade? Nella presentazione della misoginia e nel sessismo all’interno del mondo dello spettacolo è tutto un po’ troppo, troppo letterale, troppo ostentato, troppo didascalico.

Tramite lei, vediamo una crociata a prescindere, spesso basata sul nulla, che sembra una presa di posizioni a priori, la classica situazione che non aiuta l’argomento e non risolve nulla.

Tramite lui, PEGGIO CHE ANDAR DI NOTTE AL BUOIO IN AUTOSTRADA CON GLI OCCHI BENDATI.
“Non ho mai incontrato una donna così”, “Mi sono innamorato di te perché non eri come le altre donne” sono le solite espressioni che mi fanno ribrezzo e che fin troppo spesso vengono pensate o dette dal nostro protagonista, Kang-Ho. Anche se “Love to Hate You” vorrebbe abbattere sessismo e pregiudizi sulle donne, poi ricade nei soliti in luoghi comuni e frasi fatte sulle donne. Gran peccato.

A questo difetto enorme, aggiungiamo un Kang-ho espressamente definito come misogino, un uomo che non riesce a toccare una donna senza vomitare, che viene poi giustificato nel corso del drama con scuse ridicole e improbabili, deresponsabilizzandolo mentre si incolpano le madri / le ex / le donne “che sono come tutte le altre”.
Come superiamo questo punto?
Spoiler: male. Lo potete già immaginare.

Loro due insieme (il motivo per cui finiscono insieme) sono un altro punto dolente.
I motivi della loro inimicizia sono inizialmente fragili e non plausibili, molto difficile capare che frasi ascoltate per caso siano capace di generare un odio tale, da cui derivano tutta quella serie di casualità fin troppo casuali.

Premesse teoricamente carine, ma realizzazione che lascia molto a desiderare.

MA.
COMUNQUE.
Eppure, il drama è carino, è simpatico, è divertente e si lascia guardare, però è importante sottolineare gli errori che commette e i tanti limi che ha. I momenti romantici sono spontanei e certamente dolci, vi sono molte scene banali e per questo carine: svago con colleghi che si rilassano dopo una giornata di lavoro, o amici che vanno a bere per divertirsi, lezioni di arti marziali ecc e sono in questi momenti che il drama brilla, non quando vuole fare attivismo da post sui social da quattro soldi. Ops.

Punti su alte cose positive e varie:
Quindi dove brilla? La gestione matura dei protagonisti più cresciuti è davvero carina.

La Yeo Mi-ran di Kim Ok-vin è facile da amare, anche se il drama non mette in evidenza come sia comunque sbagliato quello che fa ai maschi, come andare in giro a picchiare gli uomini.
E’ sbagliato.
Molto.
Ma la si ama.
Molto.
Ha un forte bisogno di giustizia, padronanza di sé, tanta resilienza e un’energia positiva che brilla dallo schermo. Lei si scaglia contro il patriarcato, si scaglia contro ogni uomo nella sua vita che si rivela, sempre, uno stronzo traditore (all’inizio UNA DISPERAZIONE), ma lei è intrigante e lo fa con una vitalità e un sorriso disarmante. Mi-ran è autocosciente e critica e, specialmente quando commette errori, lo capisce e reagisce come un normale umano. Che bello.
Nonostante tutto, nonostante il femminismo spicciolo e confuso, mi è piaciuta.

Il lato della storia di Kang-ho è meno intrigante e più confuso. Non siamo sicuri di come sia arrivato alle sue opinioni misogine, ma sembrano essere state poste su di lui solo per renderlo l’opposto della sua immagine pubblica (Famoso attore di romcom) e l’opposto della protagonista.
Di base sembra un gran bel coglione.
Col tempo ci provano a migliorarlo, renderlo piacere (a tratti ci riescono), ma Teo Yoo è COSI’ BELLO E CUCCIOLO CHE GLI PERDONIAMO TUTTO. TUTTO.
Torniamo seri: il ruolo di Kang-ho è così assurdo che spesso vira nella caricatura, eppure la sua energia e la sua presenza sullo schermo emergono.
Teo Yoo è bravo con quello che ha.
Ed è gnocco assai.
AAAAAAAAH QUEL SORRISO.

Uno spettacolo come questo richiede una chimica perfetta e i protagonisti non mancano di fornirci un legame molto veritiero e dolcissimo – attraverso la loro evoluzione da persone che cercano di portarsi l’un l’altro a una coppia al culmine di una storia d’amore svenuta e vorticosa.

Altrettanto rinfrescante è l’accettazione generale da parte di Kang-ho della passata storia sessuale di Mi-ran e, in generale, l’argomento del sesso nel suo insieme in Love to Hate You. La società coreana è abbastanza conservatrice, soprattutto quando si tratta dei ruoli e delle aspettative delle donne all’interno di una società patriarcale. Parte di ciò che rende Kang-ho un ottimo partner romantico è che non punisce Mi-ran per il suo passato. Non è minacciato dalla sua esperienza o dagli hobby tradizionalmente maschili a cui è interessata. Invece, fa di tutto per celebrare e sostenere i suoi interessi.

Altra menzione d’onore è per Do Won-Jun, CEO e amico storico di Kang-jo. La sua storia con Go Won-Hee (patatina scema <3) cresce piano e coinvolge, ma è proprio il personaggio di Kang-jo a essere tanto carino.
Quando c’è lui, è una calamita: è davvero affascinante, il suo personaggio così solare, confortevole, ma anche strano e misterioso, davvero bravissimo.

Conclusione:
‘Love to Hate You’ ha un’energia caotica che tiene incollati (se riesci a superare tutti i limiti su detti). Con personaggi principali che si completano a vicenda, un approccio rinfrescante ai problemi nelle relazioni e un gran ritmo, è qualcosa da provare e da aggiungere alla line-up di romcom da vedere.

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