Per le proposte degli stilisti dei BTS, il gruppo sta subendo le ripercussioni dovute alle tristi scelte di far indossare a Jimin una maglia con riferimenti alla bomba atomica, come per RM, nel 2015, un cappello con i simbolo del partito nazista.
L’apparizione dei BTS al programma ‘Music Station’ in Giappone è stata posticipata e rimandata a data da definirsi dopo la polemica per la maglia indossata da Jimin dove veniva celebrata la liberazione della Corea dal dominio giapponese (con riferimento ai concetti di liberazione e patriottismo) con immagini della bomba atomica esplosa proprio in Giappone nel 1945. La Big Hit ha semplicemente detto che non vi saranno grandi cambiamenti alle promozioni del gruppo in Giappone, il tutto sicuramente facilitato dall’immenso successo che i BTS stanno avendo nel paese che contribuirà a far dimenticare rapidamente la polemica. La polemica su questa maglia è frutto di decenni di tensioni tra Corea e Giappone: la dominazione giapponese della penisola coreana tra il 1910 e il 1945, con metodi violenti, migliaia di uomini coreani sottoposti a lavori forzati, donne coreane divenne vittime della schiavitù sessuale e mandate nei vari campi militari come “donne di conforto”, è un tema ancora aperto in quanto, ancora nel 2018, una parte del Giappone (anche le istituzioni) negano tutto.
Il secondo problema porta alla luce un servizio fotografico del lontano 2015 quando a Namjoon è stato fatto indossare un cappello col simbolo nazista. Lo stilista Kim Wook si è difeso dicendo che non aveva scelto lui quel cappello, ma era stato portato da un marchio con cui stavano collaborando. Nell’analisi della questione bisogna anche considerare quanto l’occupazione nazista sia stato un problema marginale in Corea del Sud o in Giappone, impegnate in altre lotte in quel momento: così come la bandiera ‘Rising Sun’, simbolo dell’imperialismo e dell’oppressione giapponese di inizio ‘900, per molti occidentali è sconosciuta, anche in Corea del Sud, purtroppo, i simboli nazisti sono sottovalutati o non conosciuti. Si aggiunge anche la questione che la svastica è molto simile al simbolo buddista dello Wan, diffuso sia in Giappone che in Cina e che si può facilmente intravedere nelle strade in quanto indicano la direzione per i templi buddisti.
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