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Le peggiori compagnie Kpop: il caso Pledis Entertainment

Quali sono le peggiori compagnie di intrattenimento del K-pop? Che cosa si intende per ‘peggiori’? E c’è davvero qualcuno che si salva?

E’ difficile parlare in modo oggetto di migliore e peggiore, ma questa serie di articoli sulle varie compagnie d’intrattenimento coreane vogliono mostrare il lato più brutto dietro i magnifici e brillanti set del Kpop o stage degli idol.

Parleremo di diverse compagnie d’intrattenimento coreane analizzando i loro lati peggiori, alcuni volte in termini di trattamento dei trainee e degli idol, altre volte in presenza di cause legali e controversie, ma anche una pessima gestione degli artisti e del loro lavoro o la mancanza di uguaglianza all’interno di un gruppo.

In questo articolo analizzeremo le criticità della Pledis Entertainment.

La Pledis Entertainment, casa dei famosissimi Seventeen e ormai parte della famiglia Big Hit /HYBE, ne ha passate tante, o meglio ne ha fatte passare tante ad alcuni dei loro gruppi storici, come After School, NU’EST, Son Dam-bi, PRISTIN. Dalla sua fondazione, nel 2007, ad oggi ci sono stati diversi problemi e, purtroppo, anche da poco tempo.

Le accuse maggiormente mosse alla società si possono concentrare su trattamenti assurdi e scarsa gestione dei propri artisti e dei loro comeback. Non abbiamo avuto cause legali contro la società, né maltrattamenti palesi, solo una costante disfunzione che ha portato i loro gruppi dall’essere di successo al nulla. Dato che 3 gruppi su 4 dall’essere di successo si sono sciolti o stavano per farlo in un paio di anni, è chiaro che il problema potrebbe essere sistematico all’interno dell’agenzia.

Al momento della fondazione è un’agenzia minuscola, priva anche di locali per far allenare artisti (l’unica al tempo è Son Dam-bi, definita la versione femminile di Rain) e la trainee Kahi. Nonostante le difficoltà sia Son Dambi che il loro primo gruppo femminile, le After School, sono un successo e riescono a farsi notare tra il 2007 e il 2009.

Il primo gruppo maschile arriverà nel 2012, i NU’EST il cui debutto fu un successo incredibile con moltissimi record distrutti e ancora oggi detenuti! I primi problemi iniziano a sorgere proprio con i NU’EST: nonostante il successo e un fandom in crescita, la loro gestione è pessima e i fan non vengono avvertito delle schedule del gruppo, quindi non possono fare una delle cose più ovvie: supportarli. L’altra scelta poco saggia è quella di farli promuovere internazionalmente prima di crearsi una solida base di fan in Corea del Sud, motivo per cui i NU’EST sono costretti a schedule assurde ovunque, a muoversi sui mezzi pubblici mentre promuovono, ovviamente il tutto senza truccatori, parrucchieri o stilisti.

Nel 2014 le cose peggiorano sensibilmente: i NU’EST sono sempre meno noti in patria e le After School sono l’unico gruppo che cerca di trainare l’intera compagnia. Con i membri delle After School che lasciano gruppo e compagnia, la fine per la Pledis sembra ormai prossima. I NU’EST vengono mandati in Giappone, al tempo terra fertile del Kpop. Altro schema della Pledis: a una certa i loro artisti vengono mandati in Giappone e smettono di promuovere in patria per lunghi periodi. Mai questa scelta si è rilevata saggia.

Tra il 2017 e il 2018 membri delle After School e dei NU’EST vengono buttati in Produce 101, unici idol al tempo nel programma di sopravvivenza, dove annunciano, senza mezzi termini, che, dopo 4/5 anni con zero comeback o promozioni, l’agenzia ha dato loro un ultimatum: o attirano l’attenzione o il loro percorso è finito.

Fortunatamente Produce 101 ha funzionato bene per i NU’EST che hanno goduto dell’attenzione ricevuta e che la Pledis sta semplicemente cavalcando, dando al gruppo più libertà creativa. Ancora una volta non si vede grande attenzione alle promozioni, ma almeno il gruppo sembra aver trovato una direzione artistica e aver creato un fanbase solido.

Torniamo al 2014 con la Pledis sull’orlo della bancarotta fino a quando sono arrivati i Seventeen nel 2015. Il primo MV del gruppo ‘Shining Diamond’ mostra tutte le difficoltà della compagnia e il minimo budget a loro disposizione al tempo. Eppure l’essere i salvatori dell’agenzia non li rende esenti dalle solite disfunzioni nell’organizzazione dei comeback e delle promozioni.

Dall’assenza di in-ear monitors (vediamo spesso alcuni membri arrangiarsi con normali auricolari o con cuffie e nastro adesivo sulle orecchie) per molti anni, accuse allo staff della Pledis di rubare i regali e il cibo inviato ai membri o accuse allo staff di maltrattare e offendere i membri. Soprattutto di queste ultime due accuse non vi sono certezze ed è bene ricordare che proprio in questo periodo tutto il gruppo ha deciso di rinnovare il contratto con l’agenzia.

E’ certo che la Pledis ha fondato la sua rinascita sui Seventeen e ai ragazzi è stata data sempre una più crescete libertà di auto-prodursi, insieme a una quantità elevatissima di comeback e lavoro.

Discorso totalmente diverso è quello del secondo gruppo femminile della Pledis, le PRISTIN nate con le trainee che si erano fatte amare in Produce 101, alcune anche vincendo il programma. Le premesse erano fortissime: trainee già con molti fan che avevano attirato l’attenzione in uno dei programmi più amati di quell’anno, eppure la Pledis è riuscita a rovinare tutto.

Le Pristin debuttano nel 2017, con un buon successo, e tornano dopo soli due mesi con un secondo singolo e già alla fine di quell’anno raccolgono molti premi come miglior gruppo rookie. Eppure il 2018 fu calma piatta fino al debutto di un subunit, Pristin V, seguita da altra calma piatta, anche il giorno del primo anniversario del gruppo. Per protesta i fan incollarono tantissimi postit sull’edificio della Pledis, che vennero semplicemente buttati dallo staff con zero risposte ufficiali. A febbraio 2019 un membro si diploma e ci va da sola, zero manager, zero sicurezza. Dopo due anni nel 2019 le PRISTIN si sciolgono definitivamente e i membri lasciano la compagnia, affermeranno in seguito che non sapevano nulla dello scioglimento, ma stavano addirittura preparando un comeback.

Il caso Pledis è interessante perché evidenzia come un’agenzia pessima non sia solo quella che apertamente maltratta i propri artisti, ma anche una società che non supporta gli artisti, non comunica con loro, né li pone al centro della loro attività. La Pledis ha commesso degli errori con tutti i loro artisti e solo un gruppo è riuscito a sopravvivere, nonostante tutto, mentre per gli altri c’è stato solo lo scioglimento (o quasi).

Cosa ne pensate di questa storia? Dove ha sbagliato questa agenzia?

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