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Analizziamo la polemica: 'Snowdrop' con Jisoo (BLACKPINK) e Jung Hae-in è davvero così problematico? (Part. 1)

Analizziamo la polemica: ‘Snowdrop’ con Jisoo (BLACKPINK) e Jung Hae-in è davvero così problematico? (Part. 1)

| On 24, Dic 2021

Jisoo delle Blackpink e Jung Hae-in recitano in una controversa storia d’amore che rischia di essere cancellata a causa di contenuti politici: il drama ‘Snowdrop’ è ambientato sullo sfondo del movimento democratico di giugno 1987 della Corea del Sud ed è stato accusato di distorsione storica, oltre di aver aggiunto agenti nordcoreani alla storia.

Cerchiamo di analizzare la questione molto dettagliatamente per capire se la polemica è oggettiva, se il prodotto è davvero così problematico oppure se è un caso di pregiudizi che rischia di rovinare il duro lavoro di tante persone.

Interessante notare che la JTBC ha annunciato di aver anticipato la messa in onda degli episodi 3, 4 e 5 tra il 24 e il 26 dicembre per dare agli spettatori l’opportunità di vedere più episodi e rendersi conto che il drama si allontana dalle criticità avanzate. Riusciranno nel loro intento? Intanto passiamo all’analisi.

Parliamo delle prime puntate, ovviamente nel dettaglio.
(E’ un dettaglio della trama, quindi è difficile parlare di spoiler, ma se volete l’effetto sorpresa al 100%, evitate di leggere)
Ambientato nel 1987, Jisoo recita nel ruolo di Eun Young-ro, una studentessa della Hosu Women’s University. È una giovane spensierata che condivide una stanza con altre tre giovani donne in un dormitorio idilliaco, gestito con pugno di ferro dalla matrona Pi Seung-hee (Yoon Se-ah). La maggior parte di loro dà la priorità alle attività sociali rispetto a quelle accademiche, mentre aspettano le chiamate dei potenziali corteggiatori al telefono al piano di sotto.
Un giorno arriva una chiamata da alcuni giovani che stanno organizzando un appuntamento al buio con le quattro donne e qui si incontra la protagonista con uno studente laureato Lim Soo-ho (Jung Hae-in), che è tornato di recente da Berlino. Young-ro e Soo-ho si incontrano nuovamente quello stesso giorno in un negozio di dischi.
Per strada, la coppia si trova in una situazione difficile quando Soo-ho cerca di nascondersi da alcuni ufficiali. Young-ro, il cui fratello ha avuto problemi con le autorità come manifestante, sta al suo gioco e lo aiuta a nascondersi fingendo una lite romantica. Young-ro chiede quindi a Soo-ho di incontrarsi al bar il giorno dopo, ma il ragazzo scompare.

Nel frattempo, diverse figure di alto rango si incontrano per rapire il professor Han, la mente strategica dietro il partito di opposizione, cercando di far ricadere la colpa sui loro oppositori politici di collusione con la Corea del Nord (n.b. un pretesto che è stato usato con successo come arma dai dissidenti politici durante i regimi militari coreani negli anni ’70 e ’80 anche nella storia reale).
Sei mesi dopo, agenti della sicurezza nazionale si stanno avvicinando a Soo-ho, che in realtà è un agente nordcoreano, e ai suoi compagni, mentre loro cercano di rapire il professor Han. Un incidente d’auto e poi un inseguimento, feriscono alla spalla Soo-ho che si rifugia nel campus di Hosu, precisamente nella stanza di Young-ro. Gli agenti fanno irruzione nel dormitorio e, dopo alcune telefonate ravvicinate, Young-ro e le sue amiche riescono a nascondere Soo-ho, curandolo.

Ovviamente le giustificazioni non sono mancate.
Il regista Jo Hyun-tak ha affermato che il suo spettacolo è una storia di fantasia e non ha fini politici e, allo stesso modo, la JTBC insiste sul fatto che questo è tutto un malinteso e il problema verrà chiarito quando verrà rivelato il resto della storia.

Perché i coreani sono così sensibili all’argomento? Parliamo di storia.
La Corea del Sud è stata per decenni oppressa da una dittatura militare. Nel 1961 il generale Park Chunghee ha preso il potere con la forza ponendo la fine della seconda repubblica. Il primo dittatore ha agito come tale, creando un clima di terrore, sopprimendo ogni dissenso nel sangue, fino al suo omicidio nel 1979, quando il potere passa a un altro generale Chun Doo-hwan. Quest’ultimo resterà presidente della Corea del Sud fino al 1988 e finirà poi processato e condannato a morte nel 1996 per le precise e gravi responsabilità del massacro di Gwangju. Chun Doo-hwan è, infatti, anche noto come ‘il macellaio di Gwangju’ dopo che le rivolte studentesche del 18 maggio 1980 nella città di Gwangju si trasformò in uno scontro con le forze armate che durò 9 giorni e che provocò 2.000 vittime civili (ufficialmente 207). A questo massacro segue una caccia alle streghe con la polizia che incarcera ogni “sovversivo” o persona anche vagamente collegata ai fatti, indirizzandoli anche ai “campi di rieducazione” di Damchung. La rappresaglia porta centinaia di studenti e sindacalisti a essere arrestati, torturati a morte da parte di un esercito brutale. Caso che sconvolse la nazione successe il 14 gennaio 1987, quando uno studente universitario è morto dopo essere stato aggredito, fulminato e torturato  presso il quartier generale della ANSP – Agency for National Security Planning, l’ufficio anticomunista di Namyeong-dong nella stanza 509. La polizia ha ufficialmente definito l’omicidio come una ‘caduta con conseguenze morte’. . Durante la dittatura militare, molte vittime sono state sottoposte a violenze e torture a causa di manipolazioni di spionaggio. La collera pubblica per le uccisioni ha unito tutta la nazione alla lotta per la democrazia e, rivolte dopo rivolte, proteste dopo proteste, finalmente la Corea del Sud è riuscita a giungere alle prime elezioni democratiche nel 1987. Torna la repubblica dopo 26 anni di dittatura e pugno di ferro.

E’ forse una ferita ancora aperta che deve essere trattata in un determinato modo?
Rendiamoci conto che stiamo parlando di soppressione di rivolte nel sangue, torture, omicidi, minacce e campi di rieducazione avvenuti poco più di 30 anni fa. Quindi per alcuni coreani il fatto che il drama contenga spie, agenti, politici e manifestanti in una narrazione ambientata nel 1987, uno degli anni più delicati per le proteste politiche nella storia della Corea, fa pensare a un prodotto con un intento politico per ‘Snowdrop’.

La generazione di quegli anni in Corea del Sud è stata traumatizzata dalla feroce repressione degli attivisti, anni in cui i diritti umani e il giusto processo sono stati ignorati e soppresso con la tortura. Gli agenti della sicurezza nazionale sono stati coloro che hanno commesso queste atrocità in nome della protezione del paese dall’influenza delle spie nordcoreane, che hanno falsamente affermato essere dietro le proteste. In pratica la paura del Nord è stata la scusante per giustificare ogni crudeltà degli agenti e dello Stato.

Dalle prime puntate si può percepire che ‘Snowdrop’ dipinge in luce negativa gli agenti della sicurezza nazionale (che, ripetiamo, anche per la storia hanno compiuto moltissimi atrocità) ma, contestualmente, introducono nella narrazione spie della Corea Del Nord. Il coinvolgimento della Corea del Nord negli anni della dittatura nel Sud non è stata mai confermata da fonti storiche quindi accennare a queste spie legittimano false affermazioni propagandistiche che ancora oggi cercano di riscrivere quel pezzo di storia e giustificare l’operato di quelle persone.

In più a molti dà semplicemente fastidio il dover utilizzare un’ambientazione così forte, tragica e dolorosa come sfonda a una storia romantica tra due ragazzi, considerando ciò un insulto alla memoria di coloro che hanno lottato e sono morti combattendo per la libertà politica durante l’ora più buia della Corea del Sud.

Inoltre i riferimenti reali dei due protagonisti non mancano, nonostante siano personaggi ‘di finzioni’. Infatti:
Protagonista maschile Im Su-ho (Jung Hae-in) – Il suo vero nome è Ri Tae-san ed è una spia nordcoreana.
FATTO REALE: [Incidente di Dongbaek-rim/Berlino Est del 1967] – A quel tempo, la Central Intelligence Agency affermò che 194 studenti e coreani dalla Germania e dalla Francia erano spie. Hanno usato un semplice incidente di contatto per espandere, esagerare e rafforzare il regime di Park Chung-hee. Lee Sang-eun, un geniale compositore, è stato accusato di essere una spia, rapito da agenti dell’intelligence in Germania e condannato all’ergastolo. È stato rilasciato dopo 2 anni di carcere ma non è tornato nella sua città natale fino alla sua morte.
Protagonista femminile Eun Young-ro (Jisoo) – Il suo nome inizialmente nel drama era Eun Young-cho, ma è stato cambiato dopo le prime poteste del pubblico in quanto è il nome di una nota protestante – studentessa universitaria.
FATTO REALE: [Sorella di Young-cho – Chun Young-cho] – Era un’attivista pro-democrazia. A metà degli anni ’70, ha formato un gruppo di lettura per lottare per la liberazione delle donne, il rovesciamento delle dittature e la liberazione del lavoro. Anche suo marito, Jung Mun-hwa, era un attivista pro-democrazia contro la dittatura di Park Chung-hee. Ha anche preso parte alla rivolta del giugno 1987. È stato accusato di spionaggio nell’incidente di Mincheong Hankryun e ha subito gravi torture. Il motivo dell’università nel dramma è lo stesso della Ewha Women’s University, i cui studenti hanno anche chiesto il rovesciamento della dittatura.

Domani esce l’articolo, parte due di questa, dove diamo le nostre personali impressioni.

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